Eventi e mostre


SEGNI, Fondazione Banca Del Monte di Lucca






 “Con la mostra di Jacopo Da San Martino la Fondazione Banca del Monte di Lucca ospita un giovane artista lucchese che, allievo del maestro Omar Galliani nella scuola di pittura presso l’Accademia di Carrara, ha già al suo attivo la partecipazione al Padiglione Accademie di Belle Arti della 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e si sta meritoriamente affermando nel panorama artistico nazionale - spiega il presidente della Fondazione BML Alberto Del Carlo -. Nelle opere esposte, che ruotano intorno alla figura di Santa Zita, Da San Martino affronta il tema del sacro per mezzo di uno specifico linguaggio suo proprio, contemporaneo, così che le varie manifestazioni e testimonianze della Santa nella società del suo tempo, diventano appunto ‘segni’ per gli uomini e le donne del nostro, segni di pittorica bellezza ed al contempo tracce, proposte di valori essenziali.”

“Jacopo Da San Martino intende la pratica artistica soprattutto come contemplazione e ricerca, in un continuo ed inesausto anelito che porta ad avvicinarsi al sacro in maniera sincera e pura. Non essendo più espresso tramite una sintassi figurativa rigorosa e convenzionale, di più immediata riconoscibilità, oggi il sacro va ricercato e desiderato, forse come è giusto che sia, e la poiesis di Jacopo Da San Martino non ha nulla di prevedibile, retorico o conformista”, scrive di lui il giovane critico Marco Palamidessi, componente del comitato tecnico-scientifico della Fondazione che si occupa della programmazione delle mostre.

 Credere la Luce, Museo dello Splendore, Giulianova (TE)




"Ho visto, vedremo.", matita e tempera su tavola, trittico, dimensioni variabili, 2011.


Sabato 2 luglio alle ore 19.00, presso il Museo d’Arte dello Splendore a Giulianova, ci sarà l’inaugurazione della mostra “Credere la luce Per una nuova iconografia della Madonna dello Splendore”. Verranno esposte 11 opere realizzate da artisti che nei mesi di gennaio e febbraio scorso hanno preso parte ad un corso di arte sacra dal titolo: “Per una nuova iconografia della Madonna dello Splendore”. Questi i nomi degli artisti che espongono: Pierluigi Abbondanza, Carlo Bachetti, Cinzia Baldassarri, Beatrice Basile, Francesca Casolani, Monica Cece, Jacopo Da San Martino, Fabio Di Lizio, Luca Farina, Marino Melarangelo, Sandra Spelli.
Sarà presente anche un’acrilico di uno dei maestri del novecento, Aligi Sassu, raffigurante la Madonna dello Splendore, donato dall’artista a Padre Serafino Colangeli , fondatore della Piccola Opera Charitas, che lo ha tenuto sul suo letto fino al giorno della morte avvenuta il 23 maggio di due anni fa. E a padre Serafino Colangeli sono dedicati mostra e catalogo a cura di Marialuisa De Santis.

All’inaugurazione sarà presente il Vescovo, S.E. Mons. Michele Seccia e ci saranno gli interventi di Alessandra Gasparroni, Carmine Di Sante e Marialuisa De Santis con Federica De Lucia come moderatrice. Sarà possibile visitare la mostra dal 9 al 24 luglio dal martedì alla domenica dalle ore 17.00 alle 20.00 con ingresso gratuito.
IL PROGETTO – Nei mesi di gennaio e febbraio il centro culturale San Francesco della Piccola Opera Charitas di Giulianova ha organizzato un corso di arte sacra rivolto a giovani artisti indirizzati verso l’arte sacra.  Partito dal progetto culturale della Diocesi di Teramo-Atri, il corso si è avvalso soprattutto dell’aiuto del teologo e biblista Carmine Di Sante, docente dell’Istituto teologico di Assisi e, nel ventennio 1980-2000, del SIDIC di Roma.
I giovani artisti sono stati accompagnati nella riflessione sulla figura mariana, sull’evento dell’apparizione e, in generale, sulla distinzione fatta da Paolo VI, tra quella che è arte propriamente liturgica e quelle che definì come sacra e religiosa. Pur proponendo loro anche la “lettura” di diverse raffigurazioni mariane contemporanee, in seguito, gli artisti , per la realizzazione della loro Madonna dello Splendore, sono stati lasciati completamente liberi di scegliere le modalità espressive ritenute più consone, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II che affermò inequivocabilmente che la Chiesa non ha uno stile ufficiale.


54 Esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia


"NonViaggio", matita e toner su tavole, dimensioni variabili, 1991-2012.





L'arte serve anche a questo: a far ricordare ciò che non è giusto dimenticare. Così Jacopo da San Martino va a Venezia per portare sul palcoscenico internazionale della Biennale il suo NonViaggio. Lui, artista lucchese di 33 anni, ha un obiettivo dichiarato: contribuire con le sue opere a tenere accesi i riflettori sulla tragedia del Moby Prince, che si consumò nella vicina Livorno quando era appena tredicenne. Ed evidentemente lasciò un segno profondo, se l'hanno portato a una ricerca lunga cinque anni per realizzare una grande installazione.  Un percorso che potrebbe proseguire con un progetto che l'artista tira fuori dal cassetto: il mausoleo delle vittime del Moby Prince, da realizzare a Livorno.  Come le è nata l'idea, e perché proprio il Moby Prince?  «Si tratta di una vicenda che ha le sue radici in Toscana, e mi ha sempre toccato, sia per l'entità del disastro, la più grande tragedia della marineria italiana in tempo di pace, sia per tutte le controverse vicende che ne sono seguite. Me ne sono occupato negli ultimi 5 anni raccogliendo tante informazioni e avviando un percorso di ricerca funzionale all'opera d'arte, ma anche alla successiva proposizione di un monumento, un mausoleo. Anzi, a dire il vero prima era venuta l'idea del monumento».  Ci parli di questo: è solo un'idea?  «È un progetto già ben definito, elaborato in 3D: l'opera sarà composta da 20 elementi, e sarà alta una quarantina di metri. Si tratta di 20 stelle a sette punte in ferro arrugginito, in totale dunque 140 punte, trasformate in cuspidi come prore di una nave, all'interno delle quali coltivare rose rosse: la memoria, appunto».  Ha già presentato il progetto a qualcuno?  Prima di tutto ne ho parlato con Loris Rispoli, presidente del Comitato Moby Prince 140. E con lui avevo parlato anche di NonViaggio. In tutti e due i casi gli ho detto "basta solo un no e io mi fermo". Invece mi ha detto di andare avanti, e probabilmente verrà anche a Venezia. Le amministrazioni? Appena possibile ci parleremo».  Intanto a Venezia porta il suo NonViaggio...  Si, Venezia è una delle tappe del NonViaggio. Ci resterà fino al 31 ottobre al padiglione delle Accademie, alle Tese di San Cristoforo a due passi dal padiglione Italia. Venti tele compongono un quadro di due metri per due: venti pagine di nebbia, fango, rabbia e preghiera. Le venature nel legno raccontano un tempo passato. Mille tratti di matita per le mille grida di dolore e per i silenzi. Centoquaranta vite spezzate accanto all'opera, ottenute tranciando un disegno: piccole tavolette in legno, tutte in fila, ordinate come alle casse di un SuperMarket. La figura della nave spazia oltre le nebbie di quella maledetta notte prendendo le sembianze di una zattera. Come quella di Louis Gericault, specchio fedele dei tempi che corrono. Dopo Venezia vorrei portare l'opera a Olbia. In modo da completare simbolicamente quel maledetto viaggio mai compiuto».  Lei nel 1991 aveva 13 anni: cosa ricorda?  Ricordo perfettamente le edizioni straordinarie del Tirreno, gli articoli scritti. E soprattutto la descrizione del riconoscimento delle salme. Poi però mi ha colpito come è andata avanti la storia: i tentativi di sabotaggio, di far cadere tutto nel silenzio. Ancora oggi quando qualcuno mi chiede cos'è il Moby, e in tanti mostrano di saperne poco o niente, provo un senso di frustrazione. Per questo mi sono sentito in dovere di dare il mio contributo».  Un contributo molto apprezzato anche dal Comitato dei familiari delle vittime: «Il lavoro di Jacopo da San Martino è affascinante - dice il presidente Rispoli - un allestimento di grandi dimensioni, ricco di suggestioni. E anche un modo per attirare l'occhio e l'attenzione della gente. Il che considerato tutto ciò che facciamo perché la gente non dimentichi, non è male. Ho invitato i familiari del comitato ad andare a Venezia. E anch'io ci farò un salto». «Il mausoleo da realizzare a Livorno? - conclude Rispoli - Un'idea più che positiva; resta il problema di come realizzarla».







LX Rassegna G.B. Salvi, Sassoferrato (AN)





“Ecole del Disegno”
Questa sezione, dedicata ai valori emergenti, ai giovani in particolare, propone un compendio di opere di otto studenti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara nella Scuola di Eccellenza di Pietrasanta, diretta dal maestro Omar Galliani, e quelle di altri nove studenti, di cui cinque dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e quattro dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Protagonisti di questa sezione non sono soltanto i giovani allievi delle tre Accademie, ma anche alcuni loro docenti, che ne hanno coordinato il lavoro e che sono presenti in mostra con pregevoli opere: Fabio Sciortino (Carrara/Pietrasanta), Paolo Gobbi (Macerata), Claudio Boccolacci e Michelangelo Galliani (Urbino). “Ecole del Disegno” si configura come il Premio della Rassegna Salvi, intendendo l’idea di premio come promozione. Il curatore di questa edizione, Mariano Apa, insieme ai citati docenti delle tre Accademie, ha scelto un gruppo di studenti, premiando così il loro impegno e la loro dedizione alla eccellenza del disegno come pratica concettuale e come elaborazione di opere possibili di esposizione e di valutazione critico-culturale. Gli artisti di questa sezione presentano un panorama di altissima qualità e competenza.





 Stauròs per Onna cento Artisti di-segnano la MadOnna





"Anime salve, anime perse, matita su tavola, cm 100 x 61 x 3, 2010.




Sabato 29 maggio 2010, presso il Museo Staurós d’arte sacra contemporanea di San Gabriele (Te), è stata inaugurata una mostra di giovani artisti dal titolo “Staurós per Onna. Cento Artisti di-segnano la MadOnna”, realizzata dalla Fondazione Staurós Italiana Onlus, con il Patrocinio dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI, dell’Arcidiocesi de L’Aquila, della Diocesi di Teramo-Atri, della Regione Abruzzo, della Provincia di L’Aquila, della Provincia di Teramo e di diverse altre amministrazioni comunali.
Incentrate sulla figura della Madonna, le opere esposte appartengono ai tanti artisti che nel corso di questi anni hanno frequentato i “Percorsi formativi” che la Fondazione Staurós Italiana Onlus – attraverso il Corso di perfezionamento in arte per la liturgia – porta avanti da tempo quale attività di formazione rivolta ai giovani delle Accademie di Belle Arti.
Per la prima volta riuniti tutti insieme nel segno di Staurós, quasi cento artisti hanno raccolto l’invito a partecipare ad un progetto di solidarietà per la comunità di Onna, il paesino a pochi chilometri da L’Aquila raso praticamente al suolo dal terremoto del 6 aprile 2009.
Alla base dell’iniziativa la tavola rotonda svoltasi nella sede del Museo Staurós in occasione della XII edizione della “Festa dell’artista 2009”, che ha visto tra i relatori Giustino Parisse, giornalista del quotidiano d’Abruzzo “Il Centro”, e Monsignor Carlo Chenis, vescovo di Civitavecchia-Tarquinia (di recente scomparso) come moderatore.
Pertanto la Fondazione Staurós, “confermata anche dalle testimonianze dei maestri Franco Nocera e Omar Galliani, guide del Corso di perfezionamento in arte per la liturgia”, ha deciso di farsi promotrice di un’iniziativa culturale che ha visto impegnati i giovani artisti delle Accademie di Belle Arti nell’esecuzione di un’opera ispirata ad un’icona cara agli onnesi, la Madonna delle Grazie.
L’idea è stata quella di produrre tante opere quante sono le famiglie e le case di Onna, rispettivamente realizzate da altrettanti artisti. In futuro le opere in mostra usciranno quindi dallo spazio espositivo del museo di San Gabriele per entrare definitivamente nelle case delle famiglie onnesi o, per meglio dire, nella “Casa di Onna”, di prossima costruzione.
Al ricordo di Padre Adriano Di Bonaventura (1934-2008), “benemerito e geniale fondatore del Museo Staurós di arte sacra contemporanea, si aggiunge la memoria di Monsignor Carlo Chenis (1954-2010), vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, “uomo di cultura e pastore appassionato di arte sacra, sostenitore convinto di tante iniziative artistiche aperte ai giovani talenti”.

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